martedì 26 novembre 2013

Il giusto equilibrio

Qualche giorno fa contemplavo la scarsità di mail ricevute nelle ultime settimane, senza nascondere una vena di piacere in tutto ciò. Mi riferisco chiaramente alle mail di lavoro. In particolare, per un attimo ho sperato che il regista con cui (a quanto pare) sto collaborando fosse stato vittima di imprevisti o, in alternativa avesse deciso di ritrasferirsi nella sua città d'origine. L'ultima mail risaliva a metà ottobre e la cosa mi rallegrava parecchio. Poi giovedì sera, mentre gongolavo sola soletta a casa, sento il telefono vibrare e mi prende una sincope, la stessa che mi assale ogniqualvolta un regista o chiunque altro si occupi di cinema dal vero mi domanda
 - Perché non collaboriamo?
E io, anziché rispondere "Perché no!", sorrido dicendo
 - Certo! Hai qualche idea in mente?
Per poi ritrovarmi a sbattere la testa contro la tavoletta grafica, maledicendo me stessa per aver accettato e il suddetto personaggio di turno perchè, abituato a ben altri ritmi, si aspetta che io gli consegni un lavoro finito senza la minima idea di cosa voglia dire portare a termine il tutto.
E' un vizio di cui non riesco a liberarmi.
Ogni volta ci ricasco senza capire che, per forza di cose, chi non si occupa di animazione, molto raramente sa davvero cosa stia dietro a tutto questo.
Poi un paio di giorni fa l'occhio mi cade su un articolo di Ondacinema e non posso dedurre altro se non che il problema è più diffuso di quanto pensassi e riguarda sia gli addetti ai lavori che critici e giornalisti, non solo in Italia ma anche all'estero. Purtroppo molti vogliono parlare di animazione ma ben pochi possono e sanno davvero come farlo.
L'articolo che mi ha fatto saltare i nervi è questo

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Se cliccate sulla foto, potrete leggere l'articolo in grande, senza cavarvi gli occhi.
Adesso, perché una semplice classifica dovrebbe farmi saltare i nervi?
In fondo dovrebbe farmi piacere che qualcuno si sia interessato all'animazione, tanto da tirare fuori registi dal grande talento come Starevich (che per chi non lo sapesse, già dagli anni '10 ricreava favole animate utilizzando insetti morti filandoli in stop motion). Purtroppo però, risalendo la classifica, i nervi iniziano a cedere. Il problema principale sta proprio al primo posto.
Sorvolando quel Galline in Fuga, che farò finta di non aver visto, come puoi tu, giornalista anonimo o fittizio critico cinematografico, regalare la prima posizione a Valzer con Bashir?
Che sia un gran film siamo tutti d'accordo. Può piacere o non piacere (a me tra l'altro è piaciuto molto), però senza dubbio è ben fatto e tratta tematiche forti e attuali riprendendole anche da un punto di vista originale, fin qui tutto bene. Ma tu, sempre tu, mio caro scrittore anonimo, hai una minima idea di come sia stato realizzato quel film? Te lo dico io: quel film è un banale, banalissimo rotoscopio, che nel linguaggio di tutti i giorni significa che qualcuno ha girato le scene con degli attori veri e qualcun altro le ha ricalcate. E aggiungerò anche che questo rotoscopio è una tecnica talvolta usata per salvare delle riprese mediocri che, una volta riprodotte, vengono corrette nella luce, nitidezza, colore...
Non v'è dubbio che la squadra di rotoscopisti alle dipendenze di Ari Folman sia eccellente, ma davvero tu mi stai dicendo che trovi questo film migliore di un qualsiasi altro capolavoro nato da zero? La città incantata ad esempio, oppure Fantasia, che peraltro è in seconda posizione.
Qui si parla di animazione, non possiamo pensare di premiare le idee a discapito della tecnica. Non pretendo che al primo posto mettiate Ralph spaccatutto (le cui caramelline sembrano davvero in grado di sciogliersi tra i denti, frizzare e provocare carie immediate!) ma un minimo di equilibrio tra l'aspetto visivo e la sceneggiatura ci vuole, altrimenti davvero sono costretta a pensare che non abbiate la minima idea sull'argomento.
Da "addetta ai lavori" mi sento in dovere di dire la mia. E purtroppo non è un bene tutto questo perché la maggior parte delle volte, mentre guardo un film, non riesco mai a godermelo fino in fondo perché sono troppo distratta ad ammirare l'aspetto tecnico. E sperare che un giorno, tra i mille nomi che popolano i titoli di coda, ci sia anche il mio.

martedì 19 novembre 2013

Polenta e osei il quindici d'agosto

A volte è una questione di COSA, più spesso è una questione di COME, talora invece l'importante è il DOVE o il PERCHE'.
Purtroppo però, troppo spesso è una questione di QUANDO.

Della serie Polenta e Osei il 15 di agosto...

Giusto qualche sera fa, io e il mio amico L raggiungiamo l'amica Pi in centro. Proprio in quel momento, tra gli amici del ragazzo di Pi, si palesa un semidio alto biondo e ricciuto che, da fonti attendibili pare essere single! Le stesse fonti attestano che, col mio nuovo taglio e la mia verve, sono sufficientemente figa da cogliere al volo la sfida.
Così imbastisco un'amabile chiacchiera col fanciullo che non sembra disdegnare la cosa. Ad un tratto però, dal nulla sbucano due ragazze romane che monopolizzano l'attenzione del semidio.
Io e Pi torniamo da L, che mi chiede se il tentativo sia andato a buon fine.
 - No purtroppo.. Sono arrivate due sue amiche e me l'hanno portato via.
 - Ma dai! Farti battere così da due ragazzette... erano carine almeno?
 - No - risponde Pi - ma nessuno avrebbe potuto competere con due amiche venute apposta da Roma che non vedeva da anni!
 - Mi spiace... dai, se vuoi torniamo su e a queste due ci penso io.
 - No davvero! Non mi interessa.
 - Ma sei sicura?
 - Si si.

E lo ero davvero! Nonostante avessi pensato per un attimo al maledetto tempismo delle romane che, arrivando un attimo dopo mi avrebbero almeno fatto concludere il discorso e, arrivando un attimo prima avrebbero evitato che lo cominciassi, in realtà la cosa non mi toccava per niente, perché purtroppo, da qualche giorno ho la testa altrove e purtroppo non trovo spazio per altro.
In ritardo di due anni, questo è il vero problema!

domenica 17 novembre 2013

Uscire dall'ombra

Qualche giorno fa, mentre guardavo TvTalk, ho realizzato una verità triste e rivoluzionaria allo stesso tempo.
Viviamo in un paese dove alcuni genitori si dicono fieri della propria figlia (non ancora) diciottenne che struscia il suo giovane corpo sugli scogli o giace su un binario ferroviario (spero morto), assumendo pose sensuali in mondovisione su youtube. Sorvolando il fatto che alcune di esse, di sicuro bravissime ragazze, piene di bontà d'animo ma prive di grazia e bellezza, espongano sé stesse ad un'umiliazione che va ben oltre i commenti postati sotto, ne ho concluso che la soluzione per uscire dall'ombra come motion designer è più semplice di quanto pensassi.
Perché non far partire la mia carriera proprio con un prediciottesimo? Ben lungi dall'esporre il mio (ancora) giovane corpo al pubblico ludibrio, pensavo di chiedere ai miei personaggi di farlo. In fondo possono vantare un'altezza considerevole, grazia, bellezza e una mimica facciale che Kirsten Stuart si sogna la notte.
L'unico problema è il tempo di realizzazione. Probabilmente quando avrò finito sia io che loro avranno come minimo 30 anni per gamba. Però sono cartoni animati... forse una soluzione la si trova.
Bah!

felinide.blogspot.com

lunedì 4 novembre 2013

Ponte? Pranzo? Cosa?

Quella che segue è la triste storia di come il destino abbia deciso di ribaltare completamente la logica della mia vita, ovvero donarmi un impiego e trasformare i quattro giorni di ponte (tre? si tre...) in ore e ore di lavoro matto e disperatissimo, per poi lasciarmi a vacanzeggiare per il resto dell'anno. Con una piccola appendice dimostrativa di come, sempre il suddetto destino, dimostri continuamente affetto nei miei confronti.
Siamo a Lunedì, tardo pomeriggio: mentre probabilmente sono impegnata a scrivere post di nessunissimo interesse per il mondo, un vecchio compagno di scuola mi contatta per propormi un fantomatico lavoro: non importa di che si tratti, le due uniche parole a cogliere la mia attenzione sono "duecento euro". Si, mi interessa. Ma passiamo al lavoro in sé: trattasi di un contributo grafico in 3D per una ditta farmaceutica che deve promuovere degli assorbenti... bla bla bla... servirebbe per il 5. Che poi sarebbe domani.
Piccolo problema: io a lavorare in 3D sono una cagna di dimensioni cosmiche. Ma duecento euro, da queste parti sono una cifra ancora più cosmica e mi son detta che, nonostante la consegna così prossima, valeva la pena provare.
Così ho atteso istruzioni più dettagliate e ho iniziato a rispolverare quel poco che so di treddì.
Martedì pomeriggio nessuna di queste informazioni dettagliate era arrivata a destinazione, quindi ho iniziato a disegnare mele rosse e fantasticare sugli unicorni mentre scambiavo messaggi più o meno d'ammmore con l'uomo dell'europa occidentale. (Post precedente, in caso ve lo steste chiedendo...). Iniziamo a chiacchierare all'una e ci salutiamo alle due. Di notte. Concludendo il tutto con un invito a pranzo per il lunedì successivo, che poi sarebbe oggi.
Mercoledì finalmente, dopo un veloce scambio di mail con questi fantomatici clienti della ditta farmaceutica, ricevo una foto sgranata dell'assorbente e un meraviglioso logo, ugualmente sgranato. Alche, dopo aver finalmente riprodotto (in sole 5 o 6 ore!!! Record!!!) il suddetto assorbente in treddì, decido di chiamarli perché vorrei sapere qualcosa di più,, tipo se DAVVERO si aspettano di ricevere tutto il montato per il 5.... Mi rispondono che sono stati un po' incasinati, che stanno lavorando alle riprese, che vorrebbero questo, quest'altro e quest'altro ancora nell'animazione... e che si, serve per il 5. O quantomeno il prima possibile.
ll primo pensiero è rispondergli ciò che vogliono sentirsi dire, per poi fare quello che pare a me, ovvero consegnarglielo quando avrò finito, senza accumulare ritardi eclatanti, ma prendendomi tranquillamente la giornata di lunedì (che sarebbe sempre oggi) per svagarmi e ascoltare altre storielle sulla Spagna, il Portogallo e cose così.
Poi però mercoledì mi rendo conto di aver già finito il lavoro più tignoso e di averlo fatto anche relativamente bene. Stessa cosa vale per i giorni a seguire, escluso giovedì, quando ho passato sette o otto ore a modellare fiorellini che tutto sembravano meno che morbidi e sofficiosi (parevano più che altro mentine enormi e molto molto dure). Così, mentre io continuo a lavorare, trascorrendo giornate intere a barcamenarmi tra pc e mac, proiettare texture, animare fiori, creare batuffoli che dovrebbero sembrare tridimensionali e invece sono solo disegnati molto bene, mettere le ossa ad assorbenti e farli roteare come ballerine, la ditta farmaceutica (o chi per essa) scompare del tutto. E mi rendo conto che, essendo giornate festive, probabilmente non avrebbe nemmeno senso chiamare e chiedere maggiori informazioni. Ma domenica sera mi ritrovo con il lavoro praticamente finito, anche discretamente se si calcola che ho impiegato solo quattro giorni per farlo tutto (e se giovedì non avessi perso tempo per colpa delle mentine, probabilmente avrei finito anche prima). Così, del tutto alla cieca, decido di mandare i video sia all'amico che poi dovrà montarli, che alla responsabile con cui ho parlato. E con un discreto mal di testa, vado finalmente a letto felice e contenta, pensando che l'indomani mattina potrò finalmente svegliarmi all'ora che decido io!
L'indomani mattina, che poi sarebbe sempre oggi, mi sveglio alle 10, con estrema calma, aspettando una mail che confermi se il lavoro va bene o, al contrario, il fatto che in treddì sono davvero una cagna senza speranze. Nulla di tutto ciò. E per alleggerire la preoccupazione, continuo a ripetermi che se un cliente vuole un lavoro ben fatto non si affida a scatola chiusa ad una sconosciuta senza starle un minimo dietro, soprattutto non così a ridosso della consegna. Quindi decido di fregarmene altamente, perché io ho dato il massimo e sono soddisfatta così. Magari poi li sentirò domani, ma questo è irrilevante.
Nel frattempo, dopo una doccia veloce, decido di mettermi al pari con qualche serie lasciata un po' indietro. Finchè non mi cade l'occhio sull'orologio.
Le 12,50.
Ne deduco che probabilmente era troppo tardi per uscire a pranzo e di sicuro l'uomo dell'europa occidentale non mi avrebbe più scritto per accordarci. A posto così, come mandare in fumo un appuntamento.
Avrei potuto scrivergli io, visto che in questi giorni l'aveva fatto lui per primo, ma nonostante avessimo trascorso tanto tempo a chiacchierare, non ha più approfondito il discorso "vediamoci lunedì" e dato che non ho mai visto particolare interesse o ardore nello scrivermi (a parte il fatto che in effetti mi scriveva e continuava a farlo) ho preferito non essere io a ricordare la cosa. Anche perché lunedì scorso un'amica mi ha gentilmente consigliato di non farmi viva per prima, che secondo me è una cazzata immane, perché "in amore vince chi fugge" era vero finché le donne non si sono trasformate in gorgoni, generando così il terrore negli uomini. Però il solo fatto che lei abbia un fidanzato innamorato e devoto mentre io no, mi ha incoraggiata ad ascoltarla. E ora sono a casa. Yeah!
L'ennesima dimostrazione che il destino mi tende sempre una mano. La prossima volta evito di ascoltare un'amica e non mi ritroverò a mangiare risotto allo zafferano insipido! Uffa!