lunedì 28 ottobre 2013

Things worth forgetting

Se siete dei cultori di Friends come io lo ero un tempo, saprete bene cosa sia la storia dell'europa occidentale. In caso non lo foste, è una storia molto romantica inventata da Joey per sedurre le donzelle e utilizzata da Rachel per sedurre a sua volta il malcapitato Ross.
Ecco, dopo venerdì sera, posso assicurarvi che questa maledetta storia (vera o inventata che sia) funziona maledettamente bene! E' addirittura più infallibile dell'Uomo Nudo di How I met your mother, la quale, ricordiamo, ha 2 probabilità su 3 di funzionare, mentre comunque l'altra soluzione, anche in vista di un fallimento, non intaccherebbe in alcun modo la vostra dignità...
E ad ogni modo fidatevi, le possibilità di fallire sono davvero scarse!
Anche se la fanciulla in questione ha iniziato la serata puntando altrove (nello specifico un ragazzo fidanzato, uno psicopatico e un terzo di dubbia natura),
E pare non abbiate nulla in comune.
E siete juventini impegnati a sedurre una sfegatata romanista!
E parlando di politica, le cose sembrano crollare in maniera definitiva...
E anche dopo un litro di birra e tre amari che le avete offerto, lei sembra ancora perfettamente sobria!
Ma soprattutto la fanciulla non sembra intenzionata a concedervi alcunché, perché nonostante lei sia decisamente bassa... voi forse siete alti come lei...

Però purtroppo (o per fortuna) quella storia funziona davvero, perché è maledettamente romantica, specie se è vera e voi avete davvero passato un mese a girare per Spagna e Portogallo (non certo a contemplare le bellezze naturali). Posso assicurarvi che in poco tempo vi ritrovereste a limonare come se non ci fosse un domani e probabilmente lei vorrebbe rimanere ancora lì con voi, se solo la sua amica non fosse così stanca e si sentisse in colpa a lasciarla andare a casa da sola...

E pensare che la conoscevo bene. Ma non sono sicura che dimenticarne gli effetti e cascarci sia stato un male...

martedì 15 ottobre 2013

In truth we trust

Qualche giorno fa, mentre oziavo su Facebook, mi sono imbattuta in questo link.


Visto che da un po' di tempo ormai riflettevo sull'argomento sincerità, ho deciso che era ora di scrivere due righe.
Adesso, avendo letto a fondo l'articolo (non che ci sia molto da leggere), sarà palese a tutti che il tizio in questione non conosce bene le mezze misure. Quando qualcuno si comporta così, non si tratta più di mettere in discussione le proprie idee o affrontare la realtà, ma di insultarlo il più perfidamente possibile.
Perché secondo me la giusta dose di sincerità dipende da due fattori imprescindibili:
 - Il modo in cui si dice qualcosa, molto più della cosa in sé
 - Il fatto che qualcuno ti abbia effettivamente chiesto un parere a riguardo.
Sul primo fattore non serve che mi spieghi. Per quanto riguarda il secondo dirò che, conoscendo alcune persone e chiedendo proprio a loro un parere, il solo fatto che gliel'abbia chiesto fa in modo che io sopporti anche parole brusche. Ad esempio, so che CdS non è esattamente un tipino delicato, ma so anche che non dice cattiverie gratuite e non richieste. Se mi trovassi a chiedere un parere a lei, so che potrei andare incontro a commenti del tipo "Fai schifo con quel colore!" oppure "Con la frangia hai la faccia da scema", ma non dovrei prendermela per frasi simili, perché so benissimo cosa mi aspetta chiedendo la sua opinione. E' vero anche che, quando la questione tocca un'importanza maggiore di una semplice frangia, anche lei diventa subito delicata e discreta. Non mi ha mai detto di odiare il duca: quando c'è stata occasione ha usato parole gentili dicendomi che non ci vedeva bene insieme e che non mi trattava come meritavo. Poi però quando ha saputo della rottura, ha voluto festeggiare stappando una birra e dandogli senza mezzi termini dello stronzo! Per dire.
Tutto ciò per dire che ultimamente sento l'irrefrenabile bisogno di esternare ciò che penso, sempre se richiesto o, in caso contrario, nei dovuti modi. Solo che purtroppo non è cosa semplice, perché in effetti è vero, senza dare del ciccione orrendo a qualcuno, non sempre la gente accetta la realtà o vuole affrontarla.
La casistica è complessa:

C'è quel tuo amico che ti confida di avere difficoltà nel trovare una ragazza, perché sempre più spesso tende a finire nella tanto temuta friendzone. Tu, che solo poco tempo fa eri tra le sue mire, vorresti tanto dirgli che una bona idea per evitare la suddetta zona amici sarebbe quella di non ruttare o bestemmiare in presenza della fanciulla di turno, ma come fai? Avresti voluto dirglielo a suo tempo, ma come allora, trovi difficile scegliere le parole adatte...

Oppure c'è quel ragazzo che proprio non ti piace e che vagamente ti chiede di uscire insieme. Ti ha fatto qualche complimento, ma di fatto, anche se fuori con lui proprio non ci vuoi andare, ti sembra azzardato rifiutare aggiungendo che non vuoi impegnarti in alcun modo. Perché purtroppo il ragazzo è abbastanza scaltro da non dichiararsi apertamente, ma a quanto pare, non a sufficienza per capire che tre rifiuti di fila significano un chiaro e deciso due di picche.
Qui il problema sta proprio nel fatto che, se la domanda non ti viene posta, ti è difficile rispondere in modo chiaro.
 - Verrei volentieri a bere una birra con te (ed è tutto da vedere) ma senza impegno
 - E chi voleva impegnarsi? T'ho chiesto di uscire a bere, mica di sposarti, stronza!
In effetti potrebbe anche succedere, no?

E infine (ma questo di solito accade il lunedì) tutti quelli che si lamentano del proprio lavoro, di dover cominciare la settimana, della mancanza di un terzo giorno tra il sabato e la domenica. A tutti questi simpatici personaggi, vorresti chiedere di smetterla con le lagne e proporre loro uno scambio: per un mese tu ti alzerai tutti i giorni e andrai a lavorare, mentre loro si alzeranno quando vogliono e passeranno la giornata a inventarsi qualcosa, continuando ad aspettare l'arrivo di una mail o che qualcuno proponga loro un impiego. Ah, non vale prendersi un mese per andare in vacanza perché un disoccupato non ha certo i soldi per farsi un bel viaggetto, e tantomeno per uscire tutte le sere! Uno scambio è uno scambio!
Troppo cattiva? Qui le parole non dovrei nemmeno cercarle, e sono pronta alla pioggia di insulti.

D'altra parte, io per prima ho sempre cercato la sincerità e odiato le frasi fatte, anche perché trovo che sia più semplice risolvere i problemi se qualcuno per primo è limpido con te. In tutti i sensi.
Non ho mai sopportato gli ex che inventano scuse prima di mollarmi. Dimmi che ti faccio schifo, dimmi che ti stai facendo un'altra e soprattutto non venirmi a dire che "rimarremo amici", solo per farmi piacere, perché io sono scema e a queste cose finisco per crederci, così come credo al "ne parleremo a voce" che non arriva mai. Odio chi parla solo per non ferire i sentimenti di qualcuno, soprattutto se a farlo saranno i fatti. Dimmi sinceramente che mora sto da cani, che le mie battute non fanno ridere, che non abbasserai le tasse e che togliere l'IMU sarebbe una pettinata, tanto i soldi da qualche parte bisognerà prenderli.
Alla fine - ebbene si, ricomincio a lagnarmi perché non ho un lavoro - dopo giorni di arrovellamenti a domandarmi come mai nessuno mi abbia ancora offerto uno schifo di impiego e sguardi stupiti perché "è strano, alla fine era così brava...", ci terrei tanto che qualcuno, in tutta sincerità mi spiegasse qual'è il motivo. Forse non sono così brava, o forse mi pongo male, oppure la mia faccina da quindicenne non dice proprio "affidatemi un compito importante". Non ne ho idea. Sono pronta a tutto, ma non parlatemi di sfiga perché non ci credo!

Se preferite un discorso meno pastrocchiato a riguardo, trovo che lei abbia trattato l'argomento in maniera splendida! 

martedì 8 ottobre 2013

Tinte, karma e duchi


Lunedì + (pioggia x capelli sciolti) = tinta

Questa semplice equazione corrisponde ad una verità sempre valida. Almeno per me. 
Preceduta da un'altra sacrosanta verità, valida per la maggior parte delle donne di questo mondo:

"Quando una donna vuole cambiare qualcosa di sé, comincia sempre dai capelli"*

Ma purtroppo qualcosa andò storto, e fu così che quello promesso come un biondo scuro, si rivelò nientemeno che un castano del tutto identico a quello che già avevo in testa. Se non altro ora i capelli sono di un colore solo.
Ciò non toglie che io ancora mi domandi come possa un semplice taglio o colore, generare cambiamenti  in tutti i sensi. Della serie ieri mi trascinavo come una larva fuori dalle coperte mentre oggi, grazie a questa nuova frangetta sbarazzina io saltello allegra per le vie de centro, intrattenendomi con sconosciuti e regalando sorrisi a tutti mentre mi dirigo verso il nuovo e superlussuoso posto di lavoro! 
Non succede nulla di tutto ciò e la maggior parte delle volte, nessuno nota il benché minimo cambiamento in voi. A meno che non sfoggiate un colore stile lattina di coca cola o un taglio davvero drastico. 
Nonostante tutto però qualcosa cambia davvero. Per poco, ma qualcosa cambia. Probabilmente ci sentiamo davvero diverse e questa sensazione ci rende più allegre, sorridenti, positive... non sono una psicologa e questa spiegazione sa un po' di ovvio, ma tant'è.
Tutto ciò per dire che ieri mattina, rotolando fuori dalle coperte, mi sono resa conto di essere circondata da un panorama devastante: 

 - niente lavoro
 - niente da fare
 - single. Sola come una zattera in mezzo al mare, come una zitella di mezza età, ma senza gatti, il che rende tutto infinitamente più triste e desolante.

Ma procediamo con ordine: a tre mesi dal diploma, a parte qualche progettino qua e là, non ho concluso granché. Sono diventata un'esperta nell'impaginazione dei curricula e nello scrivere lettere di presentazione (è sempre la stessa che copio e incollo, premurandomi di cambiare il nome dell'azienda). Mi sono scoperta bravissima anche a millantare conoscenze mai possedute - tanto si sa, l'esperienza è la migliore insegnante -. Peccato che tutto questo non abbia sortito alcun risultato. Anzi si, un paio di colloqui li ho fatti, ma purtroppo entrambi a vuoto. Il primo per la mancata partenza di un progetto del quale avrei dovuto far parte, il secondo per colpa mia, che all'ultimo ho fatto uno di quegli errori cretini pari forse a lasciare il rubinetto aperto con il tappo del lavandino chiuso. E quasi sicuramente avranno chiamato qualcun altro più attento e preciso di me. Forse, oltre a imparare nuovi programmi o disegnare tutto il giorno, dovrei costringermi a lavorare sotto pressione in modo da non incappare in errori di questo tipo la prossima volta. 
Ad ogni modo qualcuno potrebbe obiettare che tre mesi non sono nulla e il tempo per trovare un lavoro non manca. Purtroppo però subentrano alcuni fattori determinanti che intralciano la mia serenità:

 - Alla veneranda età di ventisette diciannove anni, presentarsi ad un'azienda senza una ferrea esperienza alle spalle non è certo un canale preferenziale e io purtroppo, avendo dedicato tutti questi anni allo studio, sono considerata priva di esperienza o comunque alle prime armi. Escludendo chiunque cerchi un apprendista di massimo ventiquattro anni, con almeno tre anni di esperienza nel campo e tre lauree con master a seguito, non pensiate che le altre aziende sceglierebbero me quando potrebbero avere a disposizione un ventiduenne con la stessa esperienza. Sono vecchia e me l'hanno anche detto. 
 - Per natura, ho la forte tendenza all'iperattività. Ne consegue una forte tendenza a sentirmi una fancazzista al sol pensiero di trascorrere le mie giornate in casa, anche se di fatto qualcosa finisco per combinarla comunque. Non posso farci niente, mi sento così da quando ero a liceo e tutto ciò mi rende incapace di rilassarmi, anche quando ne avrei bisogno. 
 - Quando prima affermavo di aver dedicato gli anni passati allo studio, intendevo SOLO allo studio. Ciò fa si che io sia priva esperienza sia nel mio campo, che in qualsiasi altro. Se escludiamo quattro mesi come operatrice di cassa, non ho mai fatto lavoretti salutari. Per fare la hostess sono troppo bassa, per fare la commessa sarei troppo istruita e nessuno mi ha mai richiamata, per fare la cameriera a Milano ci vuole un mezzo che ti riporti a casa dopo le due del mattino e purtroppo anche quello manca. Aggiungete pure due genitori che hanno sempre fatto pressioni sul fatto che evitassi di lavorare e uniteli ad una sfiga cronica nel trovare lavoro, potrete concludere che anche la carta dei lavoretti salutari non è la prima che giocherei al momento.

Lo sconforto era abbastanza alto da farmi tentare l'ultima carta. E visto che per ora non svelerò nulla di più specifico a riguardo, dico solo che oggi, mentre camminavo per le vie del centro facendo i primi passi per rendere quest'ultima carta un po' meno ipotetica, sotto i vapori della pioggia, ho sentito i miei capelli gonfiarsi pian piano e ho deciso di dare una svolta anche a loro.
Passiamo al secondo argomento (o meglio il terzo).

Single. Che fine fece il duca?
Diciamo che andare al mare insieme non ha portato i benefici sperati. 
Oltre al resto, mi sono sentita dire di non avergli dato nulla in quattro mesi di relazione.
Eeeeh! Errore!
Non stavo forse passando ore a ripassare con lui il dialogo per il provino?
Non ero forse io a dargli spazio senza fargli mai pesare di non riuscire a vedere spesso le mie amiche? Non ero forse stata io a stargli vicino durante le prove del saggio, chiedendogli come stesse, come andasse, dandogli consigli, senza prendermela o sembrare triste se non lo vedevo per settimane intere? La stessa persona che per tutta risposta, quando una settimana dopo si è diplomata, ha ricevuto una bella pacca sulla spalla, un complimentino e un messaggio di scuse perché la sera della festa "sono stato tanto coi miei amici e ti ho ignorata" e per tutto ciò non se l'è affatto presa. Non al momento almeno.
Ma forse tutto ciò non basta a uno abituato a vomitare arcobaleni, dedicare poemi sdolcinati e dire frasi esagerate dopo una settimana che si esce ma, dopo poco, non venendo ricambiato a dovere, a chiudersi a riccio e diventare pungente e a volte anche un po' offensivo. 
Così la nostra vacanza ha finito per trasformarsi in una parodia (brutta) di Ricorda con rabbia. E lo conosco perché ho dovuto pure leggermelo visto che il duca non sapeva quale monologo scegliere e mi ha chiesto se potevo aiutarlo nella decisione.
Mi ha anche detto che con me non si diverte. E' vero, amore è essere scemi insieme ma tra di noi lo scemo era lui e a me veniva solo di essere rigida come un tronco. Non fraintendetemi, io adoro fare la scema, ma non riesco a divertirmi con qualcuno che ha l'umorismo di un quindicenne e che trova spassosissimo scherzare su una presunta bisessualità (nemmeno vera, ma come dicevo, lo trovava divertente) al primo appuntamento. Non sei divertente, sei solo scemo! Ad aprile pensavo che l'umorismo da terza media fosse solo occasionale ma è venuto fuori tutto d'un colpo proprio al mare e per un po' ho fatto finta di ridere, poi mi sono stancata. 
Ovviamente ho provato a dirgli che così non mi stava bene, ma per tutta risposta lui ha insistito perché continuassimo a vederci, dicendomi che voleva proseguire proprio perché mi stimava tantissimo.
...
So a cosa state pensando... 

Una terribile visione degli anni che ci aspettavano. Io sono quello a destra col cappello

Esattamente. 
Tutto questo finchè non torniamo dal mare e, proprio sul treno di ritorno lui scopre di doversi operare il giorno dopo. Trattandosi di un'operazione delicata, ho deciso di fare il possibile, cercare di capire se potessimo vederci comunque ("tranquilla, sono a casa con mio padre, ci vedremo quando starò meglio") e in caso contrario, farmi comunque sentire. Finché ad un certo punto non sparisce. Va beh, due giorni, che vuoi che siano. Solo che voci attendibili mi dicono che sta male, è pallido, dimagrito... tutto questo mentre io, alla sagra dei Crotti mi sto ingozzando e ubriacando alla faccia di tutti. 
E gli scrivo per sapere come sta.
Per tutta risposta mi scrive che sta bene. Ma aggiunge che purtroppo deve dirmi qualcosa che mi farà arrabbiare. E mi lascia.
In quel momento cosa potevo fare?

 - Struggermi in lacrime.
 - Rispondergli di fottersi
 - Prendere un bicchiere di vino, berlo e rispondere, composta, che ero perfettamente d'accordo con lui ma che per senso di decenza avrei preferito comunicarglielo di persona una volta guarito. 

Per aver scelto la terza via ho guadagnato la standing ovation di un'amica, nonché fan n1 del duca, almeno finché non le ho annunciato le modalità con cui lui ha deciso di chiudere con me!
Ora io e lui, nonostante il messaggio aggiungesse che avrebbe voluto parlarne di persona, non ci siamo più visti. Ma so da fonti certe che sta bene, si è ripreso e ora vanta anche un posto al terzo anno del corso di teatro. 
Ad ogni modo mi scuso per questo periodo di assenza. Non diamo al duca tutta la colpa. 
Ora sono di nuovo qui, con gli stessi capelli castani di prima, ma almeno di un castano solo! Ohyeah! E dico che il karma me ne deve una. 

*si ringrazia laQ per la sacrosanta verità!