Insomma, stasera, dopo mesi che valutavo la situazione, ho deciso di lasciar perdere qualsiasi tipo di remora e comprare l'ennesimo capitolo dell'ennesima saga un po' fantasy, un po' erotico - strappalacrime. Si sa come vanno queste cose: ti avvicini a un libro perché ti piace la copertina, poi lo apri e scopri che anche il carattere con cui è scritto e la mole di pagine (800 in carattere quattordici, che anche col buio i miei quattro occhioni riescono a decifrarlo senza problemi) potrebbero rivelarsi interessanti e finisce che lo compri. Dopo mesi di polvere e mansioni da fermaporte, finisci per leggerlo e ti piace un sacco. Scoprendo che si tratta del capitolo di una trilogia, a metà tra il dubbio che possa rivelare una boiata e la voglia di sapere come va a finire, lasci passare un anno, ma poi, nel giro di dieci giorni, hai divorato sia il secondo che il terzo volume e l'amore per questa storia rasenta la dipendenza grave. Solo che la storia è finita, conclusa, terminata. Ma poi scopri che non è proprio così, e l'autrice ha iniziato un'altra trilogia (che però in Italia, come è giusto che sia, è divisa in sei libri) che inizia da dove ci eravamo lasciati l'ultima volta ma spostandosi da un protagonista ad uno nuovo. Aiuto. Qui la dipendenza è grave ma i dubbi lo sono ancora di più: e se la storia non fosse all'altezza della prima? E se, cambiando protagonista, l'empatia scomparisse completamente? E se... e se... e se... ho finito per cedere e rischiare, con la consapevolezza che la delusione potrebbe essere cocente.
Morale della favola, mi introduco in libreria con aria furtiva e noto che lo scaffale su cui il libro si trova è lo stesso (ma il lato diverso) su cui giace roba tipo Twilight, Warm Bodies e tutti i morti della Harris. Va beh, lo afferro e sempre più furtiva, mi dirigo alla cassa. Poi penso che però un po' di zucchero (badilate di zucchero) e romanticismo fantaerotico non farebbero male e che gli hipster che leggono David Foster Wallace possono tranquillamente morire sul rogo. David Foster Wallace sta al seitan come Jacqueline Carey sta ad bell'hamburger (non una fiorentina ma almeno è cibo vero). Dopo aver letto decine di cose di cui non capite niente, avrete finalmente voglia anche voi di staccare il cervello e svagare un po' susu. Ma questo è il discorso che ho intrapreso qualche post fa quindi non mi ripeto.
Tornando in libreria e alla mia strada verso la cassa, prima di raggiungerla, mi imbatto in una pila di libri per ragazzine e li guardo. Trattasi della saga di Valentina, scritta da Angelo Petrosino. Non so se quando eravate piccoli li avete mai letti. C'era Le fatiche di Valentina, Non arrenderti, Valentina, Cosa sogni Valentina. Tutti che parlavano di questa ragazzina torinese, un po' supereroina, un po' geniale, un po' semplicemente precorritrice degli hipster di oggi. Una ragazza perfetta, bionda, carina, intelligente, responsabile, capace dopo quattro lezioni con il suo amico Ben di parlare un inglese che manco io dopo due mesi a Londra... anche un po' noiosa, però quando avevo dieci anni ci stava tutta. Ora le cose sono un po' cambiate. I libri, da tre sono diventati 80 e probabilmente, visto il carattere, l'interlinea, i disegnini e tutto il resto, si rivolgono on più a bambini di dieci anni ma di sei. All'inizio ho pensato: Ammazza che fortunelli, io mica ce li avevo tutti sti libri quando facevo le elementari. Poi ho lett i titoli. Sorvolando V come Valentina (va beh) possiamo trovare Un mistero per Valentina, In viaggio con Valentina, A scola con Valentina, La cugina di Valentina, i nonni, gli zii, i nipoti e i figliastri di Valentina, Al vernissage con Valentina e per ultimi Valentina Ama Tazio e Un amico in Internet per Valentina. Tazio? Chi è TAZIO! E Ben? Quel povero ragazzino inglese tanto timido e tenero che ci ha messo tre libri per strapparle un bacetto? TAZIO! Pfff. E soprattutto INTERNET? Gli amici di INTERNET in un libro per bambini? Con magari Valentina che manda e-mail allegando foto e chissà, incontra Tazio in una chat! Cosa facciamo leggere ai nostri bambini? Lo sanno tutti che Internet è un luogo pericoloso e non adatto ai bambini, meglio non istigarli con letture del genere no? Che poi crescono, aprono blog idioti e iniziano a leggere libri fantasy erotici!