martedì 31 luglio 2012

Ricchi premi e cotillons #3, ovvero Ussignur!



Premiata tramite commento? Ebbene si, grazie Pier(ef)fect, è la terza volta che vengo premiata, sono superiperfelicissima e ora parto immediatamente visto che mi tocca raccontare sette fatti di me a random. Dunque...

1: Il mio fisico a fisarmonica mi ha permesso di perdere quattro chili in due settimane. Poi ho scelto la birra e ora ho seri problemi a salire di nuovo sulla bilancia!
2: Ultimamente sto lavorando molto, praticamente tutto il giorno chiusa in casa. Fin qui nulla di eccezionale se non fosse per due effetti collaterali: il primo consiste nell'aumento esponenziale della velocità con cui ora sono in grado di risolvere casini venuti fuori all'ultimo minuto (dei quali vengo puntualmente informata via mail) e come effetto collaterale ci piace un sacco! Il secondo è nocivo, molto nocivo: essendo un lavoro che permette di spegnere una parte di cervello, posso permettermi il lusso di "guardare un film" mentre smanetto. E finiti i titoli seri, ho incominciato a buttarmi sull'intera saga di Fantozzi. Ora sono ferratissima sull'argomento.
3: Ho letto diciotto libri in cinque mesi e poi ci ho messo tutto giugno e metà luglio per leggere Il grande inverno. Forse perché è una saga tristissima e in soli due libri Martin è riuscito a distruggere la vita a decine di persone? Mi aspetto grandi cose dal prossimo volume...
4: Sono perdutamente innamorata di Enrico Intra. Il mio amore per lui è cominciato circa due settimane fa, quando l'ho visto suonare un pianoforte... da dentro! Nel senso che si è sporto all'interno della coda, suonando direttamente i martelletti. E martedì mattina mi ha anche saluta sorridendo!
5: Trovo che il rock steady renda le pulizie e le faccende domestiche molto più divertenti!
6: Ho smesso di mangiarmi le unghie esattamente cinque mesi e quattro giorni fa. Non ho mai smesso per così tanto tempo, ho sempre ricominciato dopo un mesetto o due. Stavolta un'amica mi ha consigliato di pormi degli obiettivi. Ho iniziato da quello e subito dopo ho raggiunto con calma quasi tutti gli altri. Dovrei sentirmi fiera e orgogliosa ma non dico nulla.
7: In reltà la bozza di questo post risale a due settimane fa (anche di più...) ma ultimamente la mia verve creativa, quella firizzante di qualche mese fa, è andata a farsi fottere, quindi ho avuto bisogno di tempo e qualche cosa carina da scrivere. Che non so se sia arrivata o meno...

Ora dovrei rigirare il premio a quindici altri blog ma non riesco a decidermi. E per non attendere altre due settimane, facciamo che lo pubblico ora e se avete voglia ve lo prendete voi!

giovedì 19 luglio 2012

WTF???

Cosa cazzo è successo a blogspot? perché non riesco più a vedere gli altri blog in modo diciamo "normale"?
Spero sia un problema momentaneo, se qualcuno sapesse qualcosa, me lo dicesse perché io non sono abbastanza sveglia da risolvere il problema da sola...
Ok dopo questo inutilissimo post di servizio, giuro che tornerò con qualcosa di più interessante. Devo solo sconfiggere il duro lavoro, poi ce la posso fare. A meno che non uccida qualcuno nel frattempo...

...

Ok, come non detto, è tornato tutto a posto. Ultimamente mi succede questa cosa buffa e fastidiosa: incontro un problema, cerco di affrontarlo in settantacinque modi differenti, mi arrendo e chiedo aiuto. un minuto dopo aver chiesto aiuto, il problema si risolve da solo. Oppure mi viene in mente il settantaseiesimo metodo per risolverlo. Poteva venirmi in mente prima? Assolutamente no, specie quando imploro aiuto via mail a qualcuno che magari potrebbe pure farsi  cazzi suoi ma ha avuto la malaugurata idea di diventare il mio professore e da ormai due mesi tipo, sopporta ancora le mie domande stupide. Questo anche perché volevo scrivere due righe su di lui e mi manca un sacco ma sono troppo stanca e lo farò più in là, usando le parole e lo spazio che merita...
Ora è l'una e un quarto e posso finalmente levare le tende e andarmene a dormire! Olè!

venerdì 13 luglio 2012

Vai a fare l'intellettuale da un'altra parte

Sono reduce da una serata disastrosa... se così la si può definire. Al parchetto dietro casa mia (eh già, c'è vita su Marte e anche nel profondo sud milanese) c'era in programma un concerto di un gruppo appena scoperto, amici di amici molto bravi e promettenti ma gli organizzatori del festival ci hanno riservato l'ennesimo fuori programma. Così, mentre percorrevo il viaggetto e sentivo Alicia Keys, mi son detta che forse non era proprio destino. E mi son lasciata alle spalle il dj set reggae dance hall che per carità, apprezzo moltissimo in generale, ma quando son da sola e domani m devo pure svegliare per lavorare, evito volentieri.
Già, da sola. E' il terzo concerto questo mese che vado a vedere per i fatti miei. E se da una parte ciò aumenta il mio orgoglio, non nascondo un velo di tristezza e delusione.
Voglio dire, dai cazzo!
Non capisco se per colpa degli ambienti che frequento o mia che me le vado proprio a cercare, tendo sempre a circondarmi di pseudointellettuali artistici, letterati, scenografi, cineasti snob, che puntualmente cerco di evitare il più possibile, preferendo i casinisti rock and roll, i tamarri e gente improbabile a caso che la mamma non vede di buon occhio.  Poi succede che si cresce insieme e ti rendi conto che alcuni amici storici si son trasformati nella categoria di cui sopra, che tanto tendi a schifare ma che in fondo vi volete così bene che non ce la fai a dare loro un calcio e mandarli a quel paese...
Quello che però mi fa più incazzare non è tanto l'ostentata creatività sempre e comunque. Conoscendo soggetti simili fin dall'infanzia ho imparato a filtrare e certe castronerie non le sento proprio. Altre volte, proprio perché cresciuti insieme, so bene che l'estro c'è, quindi anche la stima non manca. Mi incazzo perché questi soggetti, che tanto millantano esperienze pazzesche e sfagiolano proposte una dietro l'altra, in realtà non fanno nulla di tutto ciò, quando lo fanno e ti tirano in mezzo, il più delle volte la proposta si rivela una mezza cagata e la volta in cui tu proponi qualcosa di interessante sono stanchi, hanno da fare, hanno il cane che si morde la coda, devono studiare per gli esami del sangue... cose così.
La prima volta mi era successo alla maratona di cortometraggi animati al Milano Film Festival... voglio dire, film gratis, sul prato, con la birra, arrivi e te ne vai quando vuoi e ti fai pure una cultura. Niente da fare. Troppo impegnati per concedersi.
Successe di nuovo per una rassegna di film gratuiti, per un concerto della nostra scuola... di esempi ne avrei tanti da annoiare chiunque... solo due nell'ultimo mese... Ogni volta è così, non posso, ho da fare, sticazzi... cos'hai da fare? No, niente, bevo una birra con un amico... e poi questa è la stessa gente che si lamenta perché "facciamo sempre le stesse cose, si finisce a bere negli stessi posti uffa ho bisogno di cambiare".
E ci credo, il mese scorso siamo andati a Macao su suggerimento di un soggetto geniale, talmente geniale da seccare in pieno la serata che a detta di tutti è stata fra le più belle (orchestra Verdi e musicisti improvvisati in piazza, silenzio assoluto, cielo stellato) andandoci giusto giusto il giorno dopo quando c'era in programma... niente. Se proponi serate a caso e poi ti lamenti, fatti delle domande.
Che alla fine quando a decidere qualcosa sono io mi ritrovo sempre coi soggetti più impensabili, i suddetti casinisti che a fine serata mi dicono quanto sono contenti d'esser venuti e che "queste cose dovremmo farle più spesso"...
Dovrei prenderla sul personale?

domenica 8 luglio 2012

Due cose...

Dovete sapere due cose: da circa tre ore sono tornata del mio classico rosso fiammante, rame, carota o quel che vi pare. Non sembro una lattina di coca cola e questo mi conforta molto.
la seconda cosa che mi preme sappiate è l'amore che i miei genitori provano per me. Mia madre ad esempio mi trova grassa, volgare e sboccata.
"Oggi fai schifo, quant'eri bella otto chili fa" e "assomigli alla tamarra che pascola sempre sotto casa nostra" sono complimenti detti da lei...
Mio padre invece è tutto il contrario, per lui io sono un raggio di sole, un fiorellino di campo, una meraviglia. Tranne in due specifiche occasioni:
 - Quando indosso il vestitino nero di sera coi tacchi. "Lasciatelo dire, sembri un trans... ", mi disse una sera. Io capii che era il caso di cambiarmi d'abito.
 - Quando tingo i capelli di rosso. "Mi stai proprio antipatica, non ho nemmeno voglia di parlarti con quel colore in testa. Assomigli a quella giornalista del tg che non sopporto..." Ho imparato a fregarmene...

Insomma, oggi mi sono ritinta i capelli di rosso, facendo attenzione a non diventare fluorescente come accadde un paio d'anni fa e devo dire che il risultato mi aggrada assai...
 - Mmmh. Mi piace questo colore, è proprio carino!
 - Mamma, ti senti bene?
 - Si, perché? E' carino, ti sta bene, leggero, mi piace mi piace!
 - Ok, se dici così... non ci rimane che sentire il parere dello scettico... Papà - lo chiamo uscendo sul terrazzo - cosa ne pensi?
*Mi osserva atentamente, ponendo particolare attenzione alla maglietta* - S - si! Stai bene, oggi sei quasi normale, non come gli altri giorni, solo non capisco... perché hai una spalla di fuori e l'altra no?

Ok, ora aspettiamo che se ne accorga sul serio.

sabato 7 luglio 2012

And how I finally screwed it up

E' il 6 giugno, seduta sul balcone, tra un insulto e qualche lacrima, mi godo la quindicesima sigaretta della giornata, un po' nel panico, dovendo consegnare un lavoro assurdo il giorno seguente. Mi accorgo che sono le 13.06: in questo momento c'è il workshop jazz in Piazza Mercanti e io me lo sto perdendo... però se mi vestissi e partissi in fretta probabilmente riuscirei a sentire gli ultimi dieci minuti...
Dovrei finire questo lavoro ma in fondo ho tutto il giorno per farlo... maledetti cartelli animati, maledetto regista con le idee poco chiare. Ma in fondo è divertente, così come sono state divertenti le ultime due settimane: di quell'intensità e allegria che solo i giorno conclusivi di qualcosa possiedono. Li chiamano graduation goggles, perché in effetti gli ultimi giorni sono uguali a tutti gli altri e a loro bellezza è solo apparente. Dovrei approfondire...
Ripenso ai sabati trascorsi a lavorare con le altre, i pomeriggi chiusa in quell'inferno fino a tardi, ai pranzi e ai bivacchi alle macchinette, con la costante sensazione di essere osservata con insistenza da qualcuno che preferirei mi salutasse anziché continuare a guardarmi con la faccia da ebete... qualcuno che non si fa vedere molto spesso in giro ma per come si sono mese le cose va bene così. Qualcuno che però incontro spesso uscendo dal bagno, con il conseguente rischio di fracassarmi il naso perché non sa aprire la porta con delicatezza. Anche in quei momenti si è limitato a chiedermi scusa, nulla più che scusa.
Sono seduta sul balcone, do un'occhiata all'ora e faccio due calcoli. Potrei davvero vestirmi in fretta e uscire, anche solo per sentire gli ultimi dieci minuti del concerto e poi chissà... Potrei, ma anche no.