martedì 22 febbraio 2011

24 anni non mi hanno aperto gli occhi

"Certa gente non si rende conto che un NO può essere la più gentile delle risposte"
Jonathan Coe in "This Night has opened my Eyes"

Ma in fondo è colpa mia, ancora credo che qualcuno lo capisca... perlopiù sapendo che perfino assidui lettori di Coe non hanno ancora appreso un concetto così semplice...
Ma me la darò una svegliata prima o poi?

sabato 19 febbraio 2011

Il gabinetto del dr. D (B. per gli amici)

*ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente NON casuale

Uno dei più ricchi imprenditori al mondo, cofondatore e amministratore delegato di un'azienda informatica leader sul mercato internazionale, nonchè amministratore delegato di una nota casa di produzione cinematografica, è in fin di vita. Colpito da un tumore incurabile, al suo capezzale vengono riuniti gli ideatori e creatori dei più famosi social network e motori di ricerca al fine di creare una piattaforma in grado di racogliere informazione i consigli utili a salvare la vita all'insostituibile.
Solo un nome manca all'appello: quello del viscido e terribile professor Pain, ideatore nonchè creatore della piattaforma "Cogitoergosum", ideale per un social learning basato sull'affidabilità delle fonti e l'ineluttabilità del risultato. Profondamente offeso da questo affronto, il professor Pain già medita vendetta:
L'occasione di riscatto non si fa attendere: al terribile programmatore è appena stata fatta un'offerta che non potrà rifiutare: un incarico come consulente presso una delle migliori scuole di cinema in italia, seconda solo al rinomato C.S.C. un istituzione che, oltre a formare ottimi operatori del settore (che, nonostante siamo in un paese di merda come l'italia, non andranno a infoltire le file di artisti incompresi), come speso accade in casi di istituti dalla rinomata validità, pesa moltissimo sulle case del comune il quale, stanco di buttare soldi nella formazione di futuri registi che di produrre cinepanettoni non ne hanno per le palle, ha deciso di portare la scuola alla rovina, nominando diretore ad interim tale professor Dolore, (ma meglio noto col soprannome affidatogli in enera età, Bua, probabilmente da qualche insegnante elementare affezionata a lui dopo sette anni d'assidua presenza) e come vicedirettore, un simpatico istrione (forse vi ricorderete di lui per la magistrale interpretazione del ruolo di Barabba nella Passione di Mel Gibson... facva la linguaccia) a cui non è ben chiara la differenza tra sceneggiatura e scenografia.
Ora, dovete sapere che, sin dalla nascita, la scuola è uno dei massimi clienti della ditta di S.J., nonchè una fucina di talenti per la famosa società di produzione gestita dall'imprenditore americano. Quale migliore occasione di vendetta per il furioso professor Pain? Dopo aver ottenuto il prezioso incarico ed essersi confrontato con la direzione, scoprendo che gli intenti convergono verso la distruzione sia fisica che psicologia dell'istituto, relegandolo nell'oblio, i due perfidi individui si accingono ad accogliere sorridenti, gli studenti del primo anno.
Nella speranza di raccogliere un cospiquo mucchietto di denaro, e poter così chiudere il bilancio in positivo, la selezione degli studenti da ammettere viene totalmente eliminata: centocinquanta persone vengono stipate in una piccola auletta dai pomposi lampadari. Tra di loro figurano spensierati diciannovenni freschi di maturità e venticinquenni laureate, sul cui volto splendono nitide le prime rughette e nella mente fluttuano pensieri confusi sul proprio futuro. Sono tutte persone simpatiche ma le probabilità di fare amicizia vengono spazzate via dall'acerrima competizione scaturita per mano di Pain: solo la metà di loro sopravviverà al primo anno e condizione necessaria per la sopravivenza è il raggiungimento di un punteggio alto sulla piattaforma "Cogitoergosum". ovviamente, per non rischiare di perdere clienti, e quindi soldi, per la rimanente metà è già stato organizzato un corso a numero aperto le cui finalità non sono ancora ben chiare nemmeno agli organizzatori. Non è importante, i soldi prima di tutto.
Pain nel frattempo, approfittando dello stato di semicoscienza degli studenti, dovuto alle innumerevoli ore trascorse al buio ad ascoltare lezioni confuse, cercando di trovare una connessione tra di esse, conduce con un punteggio di 5000 stelline le file di utenti sul "Cogitoergosum" e, mostrando con orgoglio il risultato ottenuto, riesce a strappare al professor Dolore anche l'incarico di Coordinatore degli esami. La mente calcolatrice del direttore coglie subito gl'innumerevogli vantaggi della situazione: affidare il coordinamento degli esami ad uno che di cinema ne capisce meno di un pesce rosso, non può che accelerare la dipartita della scuola. Ma il piano di Dolore è molto più fine di quanto si possa pensare: rinunisce a gran voce gli insegnanti presentandogli l'eletto, il prescelto a coordinare gli esami, insinuando tra loro ira e frustrazione, dopodichè chiamerà i suoi portavoce ad esporre il piano degli esami agli studenti i quali, confusi e spaesati, si appelleranno all'intervento dei docenti, convinti che il loro contributo possa avere qualche effetto.
Dall'alto della torre, Dolore contempla la scena... poveri sciocchi, quest'ultimo disperato tentativo di salvezza non farà altro che fomentare la rabbia degli insegnanti, conducendoli ad azioni concrete. A quel punto scatteranno innumerevoli sanzioni disciplinari e il conseguente licenziamento. Eliminando loro, le colonne portanti della scuola, l'istituto affonderà nell'oblio, senza che nessuno ne senta la mancanza.


In realtà non si tratta della recensione di un film. Preferirei davvero fosse così ma purtroppo tutto ciò che ho raccontato fin'ora nulla è se non la realtà che vivo ogni giorno a scuola. Beh, ovviamente tralasciando la questione Steve Jobs. Nonostante sospetti che il nostro coordinatore se la sia un po' presa a male, non credo sia questa la causa scatenante della sua presa di potere, perlopiù contando che noi non siamo sicuramente il miglio cliente della Apple... mi sono lasciata prendere la mano e ho infarcito la storia di particolari divertenti, ma vi assicuro che la sostanza non cambia: all'alba del 19 febbraio, ancora non abbiamo idea di quali saranno gli argomenti d'esame e del perchè un insegnante di "tutt'altro che suona più o meno come 'TURISMATICA'" sia stato chiamato a coordinarli, dei motivi per cui una scuola che assicurava occupazione al 90% degli studenti stia subendo lo smantellamento, ovviamente in modo tacito e con la dovuta calma e ogni giorno ci domandiamo come mai chi agisce arricchendo la cultura, lavorando onestamente e con impegno e, in tono rispettoso critichi e replichi a decisioni che non convincono, venga punito con sanzioni disciplinari che accumulatesi porteranno all'inevitabile licenziamento.
A fronte di improvvisi cambiamenti che hanno portato la scuola a non somigliare più a se stessa, presi sulla base di motivazioni ad oggi sconosciute, interrogando chi quelle decisioni le ha prese, ci sentiamo semplicemente rispondere:

"Se non ci fossero cambiamenti, ad oggi gli unici con diritto di voto sarebbero solo gli uomini"

Valutate un po' voi...

venerdì 11 febbraio 2011

La spalla

oggi durante la lezione riflettevo. Si, leggi, leggine, cifre, tax credit, esenzioni, finanziamenti sono argomenti molto noiosi e l'intera classe ha deciso di estraniarsi e fare di meglio (c'è anche una foto molto carina, che testimonia lo stato catatonico dell'unanime corpo studenti), così ho pensato che far viaggiare la mente, lasciandola libera di non rivolgere la parola ai pensieri intelligenti, fosse un modo più produttivo per ammazzare il tempo.

Da quattro settimane ormai non si parla d'altro che di drammaturgia, sceneggiature, storie, archetipi e ruoli. Mi sono soffermata a pensare come ciò rispecchi alla perfezione la vita di tutti noi. Ogni giorno, da sempre, interpretiamo un ruolo: c'è chi è nato per essere protagonista ed eroe ovunque si trovi, chi è un saggio mentore con ottimi consigli da dare, altri invece, nati per mentire, sono perfetti mutaforme, soggetti dei quali è meglio non fidarsi. Ecco, io sono una spalla. Nata per questo ruolo, ci convivo da sempre: quand'ero piccola ero l'amica bruttina delle ragazzine belle, simpatiche e con fiumane di amici, oggi sono l'amica single delle donzelle fidanzate, colei che ci si porta dietro perchè, oltre a regalare perle d'inestimabile ilarità, si spera sempre di presentarle qualcuno*, l'amica che scorta le altre in lunghe scorribande di shopping, che ti tiene la manina durante l'esame o magari fa un salto per assicurarsi che tu stia bene e non abbia ancora preso la via della fuga.

Le compere però preferisce farle per conto suo, essere accompagnata la imbarazza da morire e se possibile, se la sbriga in fretta. Ride alle battute altrui ma di rado ne fa a sua volta, come si addice ad una buona spalla comica. A volte vorrebbe essere al centro dell'attenzione ma quando capita, il disagio cresce. Lei adora essere spalla. E' un ruolo a cui s'è affezionata, va bene così.

A sentire Chris Vogler però, ogniuno di noi è un eroe, protagonista della sua storia e di conseguenza tutto ciò riguarderebbe anche me. La mia storia però... anzi, ne sono quasi sicura... somiglierebbe a quegli spin off che non sopravvivono più di una serie.

Giorni fa ho sentito una frase di Groucho Marx... sembrava fatta apposta per me...:


"Tutti, da bambini hanno avuto un amico immaginario. Io ero quello di qualcun altro"


mercoledì 2 febbraio 2011

Nel bel mezzo di un gelido inverno - 1995



Perchè mamma, lo spettacolo dovrebbe continuare? In effetti Joe se lo domanda più di una volta. Dopo aver messo in piedi alla bell'e meglio una bizzarra compagnia di attori eccentrici e più o meno privi di fama, stimato con ottimismo che i soldi per pagare l'affitto basteranno per terminare le prove e mettere in scena l'Amleto, aver ingaggiato una, diciamo atipica, scenografa con le idee confuse e sperato che, in seguito al successo della rappresentazione, la chiesetta di Hope non verrà demolita, l'unica assente pare proprio la speranza.
Ma non svelerò altro. Dovete vederlo!
E' commovente senza sprecare fazzoletti, perchè altrettanto buffo e ricco di battute divertenti. Una storia semplice se vogliamo, d'amicizia, passione, scambio e spirito di gruppo, una trama che mostra quanto il teatro possa essere spaventoso e catartico, come un dramma elisabettiano si riveli attuale e intrecci insieme le vicende di personaggi e attori.
Voto: 9
E Mezzo, per le meravigliose inquadrature: ogni fotogramma meriterebbe un fermo immagine!

martedì 1 febbraio 2011

Parlaci di te

Allora... tre mesi fa mi sono iscritta a tale fantomatica agenzia di Hostess&Promoter Cippalippa, un nome una garanzia dato che, da quel giorno, ciò che ho ottenuto è proprio una cippalippa.
Considerata la situazione, che ogni giorno si fa sempre più drammatica, ho pensato di dare una spolveratina al mio profilo.

Tra le voci che bisogna compilare prima dell'iscrizione, la mia preferita è quella che chiede "Parlaci di te", in cui di solito, con un po' di buon senso, si fa ricorso all'inflazionatissima formula "Sono una studentessa universitaria in cerca di un impiego che possa conciliare con i miei impegni scolastici. Amo stare a contatto con la gente - non sarebbe saggio scrivere che prima delle 9 odi tutte le persone indistintamente, per poi concentrare il tuo disprezzo solo su bambini e anziani - sono sveglia, imparo in fretta  - sarebbe altrettanto stupido ammettere di essere un  po' gnucca - eccetera eccetera eccetera".
Stavolta volevo un tocco d'originalità, temo che i classici e immortali abbiano un po' rotto le scatole, rischiando di passare inosservati sotto gli occhi stanchi di un talent scout annoiato. Senza rischiare di essere improduttiva, volevo quindi raccontare la situazione esattamente com'è. Ho tirato giù una bozza:

"Sono una ragazza di ventiquattro anni. Dopo averne vissuti ventitrè in un mondo illusorio costruito dai miei genitori, della serie "Tu pensa a studiare che a mantenerti provvediamo noi", adesso mamma e papà minacciano di buttarmi fuori casa a calci nel sedere. Non volendo passare il resto della vita sotto un ponte, credo che un lavoro mi farebbe comodo. Non ho molta esperienza in campo ma imparo in fretta, o quantomeno mi conviene, se penso che l'alternativa somiglia ad una scatola di cartone".

Che ne dite?